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Il telefono AmicoGianluca Monti era allora in attesa di laurea. Nessuno in realtà sapeva molto della sua vita. Sapevamo che si dichiarava apertamente ateo e appartenente alla schiera comunista. Ma era comunque sempre con noi. Veramente appariva e spariva; improvvisamente spariva e quando meno te l’aspettavi ricompariva. Era interessatissimo alle nostre iniziative e venne a lui in mente di realizzare un telefono amico per i ragazzi in difficoltà. L’idea era veramente bella e in un clima di apertura come era quello si partì subito. Allo “psicologo ateo” venne affiancata la “psicologa credente” Maruska Guiducci ed insieme presero in mano concretamente per i primi anni la questione. Arrivarono altri studenti in psicologia e partì il servizio tutte le sere feriali dalle ore 18.30 alle 22.00. Pubblicizzato ovunque, il Telefono Amico rispondeva sui cartelli con lo slogan “Una voce nel silenzio dell’indifferenza”
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