Da Convivenza_Liceo_Volta_III_C_seconda_parte |
Convivenza? mi continuavo a chiedere cosa volesse dire questa parola. Convivere nel senso di vivere insieme, quindi condividere una casa? Trascorrere un periodo lontani dalla propria casa e dalla propria quotidianità? Tante idee mi balenarono in mente i sei giorni prima di partire per questa avventura. Ma finchè non la si prova questa esperienza è davvero impossibile immaginarsela. Oggi che purtroppo è l’ultimo giorno sento l’arduo compito di fare il resoconto.
Tutto sommato posso dire che è stata una bella esperienza che mi ha permesso di capire molte cose. Dal primo giorno il condividere tutto con gli altri, anche le cose più banali come un pacco di biscotti, lo stesso tavolo, lo stesso divano, la stessa camera, la stessa casa, la stessa giornata, con altre persone, ci ha permesso di avvicinarci davvero tanto. Purtroppo come dicevo prima, siamo giunti all’ultima serata e purtroppo per i troppi impegni scolastici, non siamo riusciti a vivere al 100% questa esperienza. Tutto sommato sono riuscita a crescere molto. Sono rimasta molto colpita dalla testimonianza di un ragazzo ex tossico, si è messo in gioco e continua a raccontare la sua esperienza ai ragazzi, che come noi, potrebbero cadere nel suo stesso errore. Inoltre il fatto che ognuno in comunità, sia utile all’altro. lo aiuta a farlo uscire dai suoi problemi, ascoltandolo e non giudicandolo, mi è rimasto molto impresso. E’ quello che, secondo me, andrebbe fatto in un gruppo di amici o meglio ancora in una classe. Ognuno dovrebbe dare tutto se stesso agli altri, dovrebbe rendersi disponibile sia all’aiuto che all’ascolto, invece tutto ciò spesso per motivi egoistici non accade. Ognuno spinto dal proprio interesse, dal proprio egoismo se così si può dire, sfida l’altro, come in una sorta di gara, in cui si preferisce arrivare primi anche se soli, pur avendo gli altri che lottano alle nostre spalle, e che a stento, riescono ad arrivare al traguardo; piuttosto che arrivare anche se più in ritardo, ma tutti insieme, mano nella mano e poter alla fine festeggiare un raggiunto successo collettivo. Ecco è questo che ci manca, il renderci umili con il prossimo, il volersi bene come fratelli, l’accettarsi tutti quanti, perchè è vero che non si può di certo andare tutti quanti d’accordo , ma almeno il poter dire “ci abbiamo provato”, ci siamo sforzati, abbiamo messo in gioco noi stessi, ma non ci siamo riusciti. Una convivenza dovrebbe insegnarci questo. Un’occasione però di confrontarci e di conoscerci meglio ci è stata offerta dal così detto gioco della poltrona rossa, un gioco in cui ci si relaziona con gli altri, parlando direttamente a tu per tu con un compagno e dicendogli una sua caratteristica che lo rende speciale, oppure un bel ricordo che ci unisce a questo nostro compagno. E’ stato bello scoprire che per un mio compagno sono una ragazza misteriosa, ma con una grande forza di volontà, che mi fa portare a termine i miei compiti e che non è da tutti. E’ una caratteristica che mi contraddistingue e mi rende una persona davvero speciale. Ad un’altra persona ha colpito di me la mia simpatia, il fatto che con un sorriso o con un abbraccio rendo felice chiunque. Inoltre credo che non abbia davvero prezzo vedere la propria migliore amica che pur definendosi “un cuore di pietra”, si commuove, anzi versa un mare di lacrime con te, che per l’emozione non è in grado di dirti niente, perchè è talmente felice di questa amicizia, che non trova parole per descriverla, perchè non c’è nulla che una non sappia dell’altra e che quindi non servono parole per descrivere questo forte sentimento, perchè sta tutto racchiuso nei nostri cuori. Sono davvero questi ricordi che dovrebbero riaffiorarci alla mente quando ci sentiamo tristi, quando non ci sentiamo amati nè voluti da nessuno, quando ci sentiamo di lottare da soli contro il mondo perchè ci fanno capire quanto possiamo davvero essere delle persone speciali, uniche e che forse per qualcuno contiamo davvero tanto. Quando un giorno aprirò il cassetto della mia memoria con su scritto “convivenza” sono sicura che mi torneranno in mente questi ricordi, questi bei momenti vissuti tutti insieme, che mi hanno fatta sentire importante, amata ed accettata, e che hanno reso questa esperienza davvero unica ed indimenticabile. Un grazie speciale a tutti i miei compagni: Marina, Vittoria, Danile, Domenico, Matteo e a degli angeli di educatori: Danilo, Susi, Dani, Tizi e al mitico don Franco che in questi giorni ci hanno sopportati e soprattutto ci hanno dato un’importante lezione di vita.