Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 3,7-12.
Gesù intanto si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea.
Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall’Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui.
Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero.
Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo.
Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!».
Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero.
“In questo brano sono in primo piano le Opere e la Parola…anche Gesù parla sempre delle opere che devono confermare la verità delle sue parole. Chi non fa ciò che dice, rende vane le sue parole. Se le parole divine non sono seguite dalle opere, testimoniano contro se stesse. La parola divina è forte e creatrice e trasforma chi la pronuncia.Nella nostra mentalità da una parte ci sono le parole e dall’altra le opere; presso Dio però questa divisione non esiste. Le parole di Dio sono creatrici, sono già opere: “Dio disse e così fu” (Gen 1,3). Cristo parla con bocca umana, ma le sue parole sono divine, quindi creatrici. Ma la loro efficacia è legata ad una condizione: l’uomo deve accettarle con un atto di libera volontà. Se lo fa, le parole lo trasformano, gli restituiscono la salute spirituale, come si può vedere nei suoi miracoli, Gesù con le sue parole restituisce ai malati anche la salute fisica.”
( Tomas Spidlik)
La parola è in grado di trasformare, guarire, sanare l’uomo nel corpo e nello spirito…grazie Gesù per il dono della tua Parola, grazie Gesù perchè ogni giorno ci consegni una Parola che ci guarisce e ci rende persone nuove.
Francesca