Con Matteo suo marito e il piccolo Leo, Cinzia ha vissuto più di un anno al Punto Giovane, donandosi al servizio dei giovani e alla cura della casa
Mi sembra di essere tornata un po’ una bambina … con quel misto di emozioni a cui non sai dare un nome … mi sento “confusa e stralunata”.
Felice per il ritorno a casa, ma un po’ triste per dover lasciare quello che all’inizio chiamavo Punto ed ora chiamo casa.
Felice perchè ho passato un anno (e più) meraviglioso, emozionante, allegro… un anno di condivisione totale (nel bene e nella fatica), un anno di amicizie, di saluti, di cercare di ricordare i nomi dei ragazzi (difficilissimo per me), un anno di apertura.
Ed ora tornare a casa mi farà riassaporare certamente l’intimità, ma il cuore e la mente non potranno più chiudersi, perché aprirsi agli altri è diventata una necessità.
È stato una anno in cui ho e abbiamo come famiglia superato i limiti che vedevamo in noi, come quello, in passato, di pensare che non saremmo riusciti a fare nemmeno una settimana al Punto… perché il lavoro, perché il sonno, perché… perchè… perché… e invece no… ho capito che siamo sempre più di quello che pensiamo.
E si cresce, siamo cresciuti come famiglia e come persone. Siamo cresciuti grazie a tutte le persone che sono passate in questa casa e in questa chiesa… dai più piccolini ai più grandi. Ed ora è impossibile fare finta di niente.
Avrei sicuramente mille ringraziamenti da fare, perché davvero ognuno è stato un dono.
Uno dono per me, come donna, come mamma e come moglie… perché non si smette mai di imparare. E l’incontro e la condivisione con altre persone, con i ragazzi, coi bimbi e con le famiglie mi ha permesso di crescere e di scontrarmi anche con me stessa, di capire che non si arriva mai, ma è giusto mettersi in discussione e magari fare anche un passo indietro.
Grazie a don Franco per averci detto sì, quel giorno di Marzo 2021. E di avercelo detto con una proposta chiara. Mi hai sempre messo alla prova con proposte che mi sembravano impossibili, ma ci hai sempre visto lungo… forse questa volta non pensavi nemmeno te che sarebbe stato lungo più di un anno. Grazie, non perché, come qualcuno ha detto, “hai affittato una camera”, ma perché ti sei fidato di noi e di me. Mettendo nelle nostre mani un luogo e dei volti da custodire.
Sono sempre più certa che solo vivendo qui si riesca a cogliere il senso di tutto quello che spesso viene definito “progetto”, ma è molto di più, perchè se fosse solo un progetto sarebbe da tempo già finito. E quando c’è lo zampino di Gesù non si scappa, basta aprire il cuore e ascoltare. Ma per sentire si deve rinunciare un po’ a sé stessi.
Grazie alla Ge che a sua volta ci ha custodito e con pazienza ha anche sopportato i ns caratteri e le ns difficoltà (tra lavori per la casa, lavoro, stanchezza e bisticci vari). Grazie per la tua umiltà e il tuo servizio molto spesso silenzioso. Grazie anche per la tua comprensione e il tuo saper ascoltare.
Grazie a mia sorella perché, chi poteva pensare di farmi chiedere a Franco di poter stare al Punto, se non te?! Sei sempre stata, nella mia vita, fonte di consigli “lanciati lì”, come per caso, ma che per caso non erano. Consigli che solo una sorella che vuole tanto bene e che pensa al mio bene potrebbe dare.
Grazie a Gesù per essere stato guida, in un momento di totale smarrimento spirituale. Perché perdere l’amico che per quasi 40 anni è stato la tua guida spirituale, ti fa smarrire e ti fa dire … “ e adesso”?!
E Adesso, se apri il cuore e ti fidi, approdi “nel luogo che Dio ha scelto per te”… forse già da tempo.
Grazie
Cinzia