Da convivenza_formativa_dicembre |
La vita è imprevedibile: l’uomo è debole, ma Gesù lo tiene in braccio.Decisi di partecipare a questa convivenza a Marzo, a fine di quella con la mia classe. Pensavo di vivere un esperienza simile. Lui la pensava diversamente. Siamo in cinque, qualcuno potrà pensare che sia un limite, forse, ma ci ha schiuso le porte a una conoscenza più profonda di noi stessi e degli altri, in un clima di calda familiarità.
Il primo grazie è per Fabio, che purtroppo ci ha lasciato Martedì. Ho contato anche lui fra i cinque, perché rimane uno di noi. Grazie, Fabio, della tua pacata ma originale simpatia, della tua profondità. Mi hai insegnato l’umiltà unita al coraggio di indignarsi. Dicono che il ferro di cavallo porti fortuna. Noi abbiamo l’Elisa Mpfff che oltre a quella ci ha portato allegria e gioia con uno stile davvero unico. Grazie per la tua grande fantasia da cui nasce un ironia irresistibile che travolge tutto e tutti, anche te stessa. (Non mi hai ancora fatto sentire come suoni il bongo!) Da dove il sole si stiracchia dopo una bella dormita, giunge la più strampalata coppia scout: la saggia e imprevedibile Giulia accompagnata dal profeta fratello del Tasso( sì Elia, sei te!)! Così li abbiamo visti all’opera mentre facevano i compiti con mooolta calma o mentre facevano i “danni” a tavola. E così tra la sciarpa della Juve( che vinca il campionato!) e la frase giusta al posto giusto(seppur non da tutti condivisa, ma a parer mio bellissima) abbiamo scoperto due splendide persone capaci di donarci gioia e serenità. Il momento degli educatori or è giunto e in un antica ballata suona ancora il glorioso nome di Dano il Gargano, un tipo assai stano, dalla Susanna domato, come lui nessuno è mai più nato! Ma stiamo divagando. Grazie di essere sempre così disponibile e pieno di energie. Permettimi però di darti un consiglio: attento alla cucina della Susi, soprattutto alle frittate! Eh sì, grazie anche a te Susi , dal canto dorato, che un sorriso ci hai sempre donato. Dalle cascate, intrepida esploratrice, Genny, che sai volare come una pernice, ti ringrazio con tutto il cuore perché tutto ciò che hai fatto è stato con il cuore e se ti ho fatto arrabbiare spero di farmi perdonare. Se al buio a tentoni devi andare, non ti devi allarmare, la debole( debole debole) voce della Francesca ti saprà guidare. Di un prete avevam bisogno, ed eccolo apparir come in un sogno, ti sa accogliere con un caldo sorriso e la disponibilità gliela leggi in viso. Per molto potrei continuare, ma con l’ americano finirò di parlare, che la Susi alle quattro ama svegliare e col suo brio ci fa sognare. Quante cose sono capitate che vi vorrei raccontare ma il tempo non può bastare. Anche questa testimonianza è finita e questo infine vi voglio dire: “panta rei”, tutto scorre, ma il ricordo di questa convivenza sarà per noi un tesoro prezioso che in fondo al cuore sempre resterà.