Grazie, è la prima parola che mi è venuta in mente quando ho cominciato a scrivere questa testimonianza. Grazie perchè ho capito quanta bontà può esserci nelle persone che ci stanno accanto e che bisogna imparare a conoscerle prima di giudicarle. E grazie anche perchè ho scoperto nei miei compagni delle persone speciali, in grado di regalare grandi emozioni, capaci non solo di divertirsi, ma di starsi accanto l’un l’altro, di aiutarsi nei momenti di bisogno. Grazie, per averci assegnato qualcuno di cui prenderci cura, perchè in questo modo ho capito quanto sia bello fare qualcosa per gli altri, quanto può farti sentire bene dare oltre che ricevere; e grazie per gli angeli custodi che ci avete donato, per averci fatto sentire importanti e apprezzati, protetti da qualcuno che ci vuole bene.
Grazie, per tutti i bei momenti, per le risate, per la gioia, per i pianti, per la commozione, per le serate trascorse tutti insieme a parlare di noi, per i pomeriggi passati a giocare, a fare i compiti aiutandosi, a pulire collaborando come in una famiglia ma comunque divertendosi, per le notti insonni passate parlando con gli amici e anche per le sgridate e la pazienza dei nostri grandissimi educatori. E un grazie particolare è rivolto proprio a loro, gli educatori, coloro che ci hanno seguito e aiutato in questo percorso, ci hanno sopportato, hanno giocato con noi, ma ci hanno anche ripreso quando è stato necessario; ci hanno fatto capire quanto ognuno di noi sia importante, indispensabile per gli altri. Ma il ringraziamento più grande, il più sincero e sentito va ai miei compagni di classe; grazie a tutti voi per quello che avete fatto, perché mi avete fatto capire che le persone possono essere diverse da quelle che sembrano, che bisogna permettere agli altri, ma soprattutto a se stessi, di aprirsi, perché solo così ci si può conoscere e capire veramente. Grazie per tutte le cose che ho scritto e anche per quelle che sicuramente ho tralasciato. Questa esperienza è stata veramente importante, ci ha aiutato a capire molte cose di noi stessi e degli altri, ci ha uniti, non come compagni di classe, ma come amici. Grazie.