In quel tempo, Gesù passando vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli.
Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”.
Gesù li udì e disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: ‘‘Misericordia io voglio e non sacrificio’’. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Un gioco di movimenti per esprimere la vocazione. Gesù passa, vede un uomo, gli dice “seguimi” ed egli si alzò e lo seguì. Ma per andare dove? Esattamente a casa di Matteo. Come per dire la vocazione è un azione dinamica che ti rimotiva, ti da uno slancio nuovo per nare alle cose di tutti i giorni. Cioè ti invita a fare dell’ordinarietà una straordinarietà.
“misericordia io voglio, non sacrificio” Mt 9, 9-13
Gesù mi lancia un messaggio molto chiaro… ‘va e impara’, nulla c’è di misterioso in queste Sue parole, non vi si scorge la tentazione di interpretare a nostro piacimento il suo volere; mi guarda negli occhi e me lo dice: “Daniela impara ad amare e ad amarti, impara a vivere ogni giorno a pieno senza angosciarti per il futuro, impara ad essere misericordiosa e non giudicante, perché tutto quello che fai, se diventa sacrificio, non lo fai per Me”.
Sarebbe facile per me raccontarvi cosa provo quando sto con i ragazzi e perché ho fatto la scelta di essere educatrice, io amo la mia vita quando Gesù mi dona i ragazzi e le esperienze con loro.
Per me il messaggio è più viscerale… Gesù tocca sempre il punto più profondo che io astutamente nascondo, e ciò mi stupisce ogni volta: è con me stessa che fatico a vivere la risurrezione, è con me stessa che non sono misericordiosa, è me che faccio diventare oggetto sacrificale invece che strumento di pace. Era proprio il mio primo obiettivo dell’anno che sta per cominciare: vivere la Pasqua dentro di me, non stancarmi alla sola vista della croce, non sentirmi nel sacrificio ma nella gioia e nella pace di quando Gesù ha sconfitto la morte…
Devo imparare, devo liberarmi dallo scandalo che provo per me stessa, devo seguire la strada che Gesù mi indica senza aver paura dei troppi perché, devo accogliere Gesù nel mio tempio senza timore di come poi agirà nella mia vita.
Quell’imparare ad essere misericordiosi mi riporta alla fiducia totale che DEVO avere in Lui, perché Lui SA prima di me.
DANY