In questo brano si intrecciano 2 guarigioni che avvengono per contatto fisico con Gesù. Una è quella della donna che guarisce dall’emorragia toccando il mantello di Gesù. L’altra “guarigione”, se così si può dire, è quella della figlia di Giairo, capo della sinagoga, risvegliata da Gesù dal sonno della morte.
Mi chiedevo cos’ hanno in comune queste due storie una dentro l’altra e mi viene da dire: la fede. La fede e la certezza della donna a cui basta solo toccare il lembo del mantello per sapere di poter guarire…si può dire che si accontenta di poco, ma quel poco è ciò che fa fermare Gesù in mezzo alla folla e cercare con lo sguardo chi l’ha toccato.
Penso al contatto con Gesù che si instaura nella preghiera e che è così difficile da creare se non hai la piena certezza che è la fede che lo crea il contatto, che ti fa toccare il lembo del mantello e Gesù ti entra nel cuore e ti guarisce. Non solo ti guarisce, ma ti sveglia dal sonno della morte, quella morte dell’anima che può essere apatia, demotivazione, oppure quelle catene emotive e relazionali che non ti fanno essere libero.
Tutte le volte che succede questo, Signore, prendi anche la nostra mano e dì anche a noi “Talità Kum – Alzati e cammina!”
Tizi