“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà anche a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”. “Ho avuto fame”: chi sono gli affamati, gli assetati, i carcerati, i malati, nella mia vita? Permettetemi una breve riflessione solo a proposito delle prime due categorie. Sarà forse azzardato, ma a sentire parlare di fame e di sete mi viene subito in mente l’ormai (purtroppo) famoso problema dell’alimentazione e idratazione ai malati gravi. Non mi azzardo a fare trattati di morale e sono convinta che sia molto più grave e urgente mobilitarsi per il miliardo di persone che nel mondo muoiono di fame. Però penso che tutti siamo chiamati, ogni giorno, a dire “sì” alla vita, anche e soprattutto attraverso l’entusiasmo con cui viviamo la nostra e ci prendiamo cura di chi ci vive affianco. “Ogni volta”: il Signore ci chiama all’amore e all’accoglienza nella quotidianità. Ogni giorno, in ogni piccolo gesto, con ogni persona che incontriamo siamo chiamati a vedere il Signore di fronte a noi. “A uno solo di questi miei fratelli più piccoli”: il Signore non ci chiede gesti eroici. Anche il bene fatto a uno solo per lui è importante e, soprattutto, nessun gesto di bene va rimandato in vista di poterne compiere uno più grande! “Signore, quando?”. Mi ha sempre colpito di questo brano il fatto che i buoni come i cattivi si pongano la stessa domanda. Si fa fatica a riconoscere il male ma anche il bene. Non dimentichiamoci allora di ringraziare il Signore anche per ciò che di bello c’è in ognuno di noi! Non per inorgoglirci ma per ricordare sempre che tutto il buono che riusciamo a compiere è un suo dono! Ho ripreso alcune delle frasi del Vangelo venute fuori nella risonanza di questa mattina e ho provato a farle mie, mi sono chiesta cosa dicevano a me quelle parole. Ancora non vi conosco e non posso sapere cosa la Parola ha suscitato in voi. Però la speranza era di condividere almeno le parole che in questa giornata stavano accompagnando la preghiera di ognuno di voi. Ada Gesu’ ci invita ad accorgerci degli altri,ci chiede di vederlo negli affamati,negli assetati,nei forestieri,nei malati,nei carcerati e ogni volta che abbiamo aiutato una di queste persone abbiamo aiutato Gesu’ stesso.Dobbiamo cercare di accogliere i nostri fratelli piu’ piccoli e piu’ deboli,spesso siamo troppo presi dalla nostra quotidianita’e dalle tante cose da fare che non ci accorgiamo di chi ci sta accanto che ha bisogno di noi. Il giudizio finale o universale a dir si voglia è certamente un avvenimento che spaventa tutti noi in quanto corrisponde forse alla nostra morte.ma perchè ci fa paura? il giudizio finale o universale a dir si voglia è certamente un avvenimento che spaventa tutti noi in quanto corrisponde forse alla nostra morte.ma perchè ci fa paura?non ce motivo di averla a meno che non si è vissuto nel peccato.Dio alla fine salverà solo i buoni,le pecore che anche se smarrite,hanno ritrovato la retta via.il Vangelo di oggi però fa riflettere perchè tutti gli uomini si sono trovati al cospetto di Dio ritenendo di essere nel giusto ma poi sono stati comunque stati destinati al supplizio eterno.Dio è infatti in ognuno di noi e noi siamo in Dio,non basta non offenderlo personalmente x avere il paradiso,bisogna invece aiutare,nutrire,visitare,dissetare il nostro prossimoe facendo questo lo faremo anche a Dio.chi offende il prossimo offende dio e nessuno puo essere sicuro di non averlo fatto.è per questo che bisognerebbe confessarsi sempre, facendo scovare al Signore i nostri errori.non dobbiamo mai essere sicuri di essere nel giusto.quello che sorprende è che anche chi aveva condotto una vita esemplare non se ne era reso conto in quanto il Signore non gli aveva rivelato ancora di essere dentro di noi.(MARCO) “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,l’avete fatto a me”. Molte persone pensano che l’importante sia solo lodare Dio e non che aiutare il nostro prossimo sia come aiutare Dio. Con questo brano del Vangelo Dio ci spinge ad aiutare il prossimo:solo amando gli altri e il prossimo possiamo trasmettere veramente l’amore verso Dio,che ci porterà alla salvezza eterna. Spesso cerchiamo il volto di Dio e le difficoltà della vita sembrano nascondercelo.In realtà penso che dovremmo imparare a trovare il volto di Dio in quello di tutte le persone che ci sono vicine.L’amore di Dio ci viene trasmesso soprattutto dall’aiutare il prossimo ed è una grande gioia la consapevolezza di aver fatto qualcosa,anche se semplice,per qualcuno vicino a noi. Mi piace pensare a quanto Dio sia dentro ognuno di noi,pensare che non ci abbandona mai,che ci guida,ci protegge…E’ come se questo mi rendesse più sicura e pronta a superare gli ostacoli della vita.Spesso cerco Dio nelle preghiere,nei silenzi,in tante piccole cose.Il Vangelo di oggi mi ha ricordato di quanto Dio ci stai vicino ogni giorno della nostra vita,e non solo nella preghiera,ma in qualsiasi cosa che condividiamo con le persone che amiamo.Dio è nel volto di tutte le persone che ci circondano e la gioia che queste ci fanno provare non è altro che l’amore del signore,il suo modo di starmi vicino e di proteggermi. Laura R.,Andrea,Laura V.,Laura B. Cosa mi voglio sentir dire da Gesù, quando verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli? Non dubito nemmeno un attimo:”Vieni Benedetta del Padre mio, e gusta questo regno preparato per te fin dall’INIZIO“. Dio vive per me, in attesa; già prima che nascessi ha preparato per Me il Suo regno. Ma perchè io ne possa gustare, devo essere la sua pecorella, che mi piaccia oppure no e, con tutto il significato positivo o negativo che porta con se il pensare a questo animale. Il belato della pecora è sempre uguale, è un unico suono:anch’io, per essere pecorella benedetta di Dio, devo belare un’unica parola, un sì, obbediente per amore. Non ho la pretesa di riuscirci, ma il “dovere” di provarci sì. Per poter dare da mangiare, da bere; per poter ospitare, vestire, visitare e trovare, per essere libera devo “educare” i moti del mio cuore, soprattutto quelli dell’ira, e poi farmi piccola piccola imparando l’umiltà. Mi piace pensare che nell’entrare nel Regno, Gesù mi fermerà sulla soglia per un infinito attimo, e mi dirà:”Finalmente!Ora davvero non mi lascerai più.” Laura Questo brano del vangelo ci ha aiutate a riflettere sul giudizio finale,al quale siamo posti al momento della nostra morte. Ognuno di noi è destinato ad essere giudicato a seconda delle azioni svolte nel corso della vita terrena: chi ha vissuto la propria vita aiutando il prossimo,chi avrà soccorso i malati e chi ancora avrà ospitato un forestiero,lo avrà fatto anche nei confronti di Dio e sarà quindi destinato al Paradiso. Chi invece avrà ignorato i bisogni del prossimo dovrà scontare le sue pene all inferno. (Sara R,Nora) “Perchè io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.” Prima di tutto cito la frase che ho scelto e cerco di spiegare perchè ho scelto proprio questa frase:“Perchè io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.” Secondo me questa frase afferma che Gesù è in tutte le persone che hanno fede in Lui, e quindi, anche se non lo vediamo con gli occhi, dobbiamo aiutare la persona che si trova nelle stesse circostanze dette nella frase. La parabola prende in considerazione anche coloro che non hanno aiutato la persona in difficoltà e Cristo decide, per questo loro gesto, di mandarli all’inferno per la sofferenza eterna, a differenza di quelli che hanno aiutato il prossimo che sono destinati al Paradiso. Scusate se ciò che ho scritto non vi piace o pensate che non abbia senso, ma ho fatto il possibile. Io la penso così. PATRICK Il Vangelo ci dice che Gesù, nella persona che incontriamo oggi, ha fame e sete sia del nutrimento per il corpo, che della Parola per lo Spirito; ci dice che è da accogliere sia il forestiero che la persona antipatica che incontriamo tutti i giorni; ci dice di donare gli indumenti a chi non ne ha e di vestire chi è nudo della Grazia di Dio; ci dice di incontrare gli ammalati, di incontrare i prigionieri, non solo quelli chiusi negli ospedali e nelle carceri, ma chi è malato e prigioniero del peccato. Dio vuole aver bisogno di noi. Sembra incredibile ma è così. Ed è incredibile che quando ci sembra di donare tutto ciò, siamo noi ad arricchirci; perché ogni persona incontrata è il mezzo per la nostra conversione. Ecco la grande rivoluzione che Gesu’ ha portato nel mondo : Dio in ogni uomo! Il cristianesimo non è una religione!!! Il cristianesimo è una Persona. E’ Gesù. E Gesù è in ogni uomo. Il cristianesimo è Vita. Non possiamo mescolare il cristianesimo nel grande minestrone delle religioni, per un motivo molto semplice. Le religioni nascono dal bisogno religioso che c’è in ogni uomo di rilegare il legame col divino, con l’eterno; quindi sono un’iniziativa dell’uomo verso Dio. Il cristianesimo è tutto il contrario! Non è un’iniziativa dell’uomo ma è un’iniziativa di Dio che viene a cercare l’uomo per salvarlo. E’ la risposta al grido del cuore dell’uomo che anela a Dio. E’ la pienezza della risposta alla domanda dell’uomo. L’uomo di tutti i tempi anela a Dio, e Dio non si fa attendere: ci manda il Suo Unico Figlio. Gesù è Dio che s’incarna nell’uomo e così facendo divinizza l’intero genere umano. L’uomo è sacro. E’ come Dio. Diceva Santa Gianna Beretta che era medico pediatra :” Chi tocca il corpo di un paziente tocca il corpo di Cristo”. Stefano Rocchetta