“In quel tempo, Gesù disse alla folla: “A chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere”. Questo passo del vangelo ci parla del bene e del male e sapientemente invita al discernimento e a dare il giusto valore alla gioia ed alla tristezza,come quest’ultima può venire sia da Dio che dal tentatore cosi pure la gioia può essere vera o falsa.Parafrasando un gioco che i ragazzi fanno in piazza, prima c’è un invito alla sobrietà all’essenzialità come Giovanni il battista”nè mangiando nè bevendo”,a cui resistiamo perchè fa male e Dio ci ha creato per la gioia non per il sacrificio, poi c’è un invito alle nozze alla pienezza a cui ugualmente ci rifiutiamo resistendo come demoni dicendo che non la meritiamo o che la vita va spesa per la croce fine a se stessa dimenticando che la gloria di Dio è la resurrezione non la croce. Come ragazzi sulle piazze si gioca ad un gioco perverso a dispetto della verità.Prima si dice che Giovanni ha un demonio come dirgli “è pazzo” poi si dice di Gesù che è un mangione e un beone e che siede a tavola coi pubblicani,da qualsiasi parte si guardi c’è una demonizzazione di ciò che è Vero e viene da Dio.Ma Gesù smaschera le astuzie del maligno e fa cadere tutti i castelli mostrandosi nei “piccoli” e non ai sapienti,a coloro che si fanno come bambini(Mt11,25-27),semplici ed ingenui non maliziosi come gli adulti(1Cor 14,20).”Chiunque fa il male odia la luce e non viene alla luce,perchè le sue opere non siano smascherate.Colui invece che fa la verità viene alla luce perchè si riveli che le sue opere sono operate in Dio”(Gv3,20-21).Chi è nel peccato e nell’errore fugge come Adamo e prova vergogna ma se nell’umiltà e non nell’orgoglio si ammette il limite la misericordia di Dio perdona ed opera meraviglie perchè ci ama dello stesso amore con cui il padre ama il figlio… Andrea In questa parabola Gesù presenta uno specchio ai suoi contemporanei. In questa parabola Gesù presenta uno specchio ai suoi contemporanei. Essi non possono che riconoscersi come dei bambini testardi: bisogna che gli altri danzino come vogliono loro. Tutto deve andare come vogliono loro. E guai a chi non risponde alle loro concezioni, o a chi non rientra nelle loro categorie già stabilite, come Gesù! Essi gli mettono l’etichetta di malato o di buono a nulla, e l’escludono dalla loro società. Ma, in definitiva, è a loro stessi che nuocciono nella loro ostinazione. Questi bambini sono incapaci di giocare, si rovinano il gioco da soli. Ma a chi ti paragonerò?questa domanda la sento risuonare nel mio cuore con grande forza…non sempre Gesù ti ascolto,ho fiducia in te,non riesco ad accoglierti come tu vorresti e come io vorrei. Non voglio essere come quei due gruppi di bambini,schierati in piazza a giocare,ma che si annoiano subito e cambiano gioco ma io ho bisogno di te,di quella parola che mi sorregge,di quella mano che mi aiuta nelle difficoltà. Molte volte sono proprio come quei bambini capricciosi: non sò quello che voglio, non voglio decidermi e per chi non vuol decidersi le scuse sono sempre a portata di mano. Infatti la tentazione frequente è quella di mettere continuamente scuse diverse per evitare di accogliere ciò che ci viene dal Vangelo .Ma la Parola di Dio continua a prendermi per mano perché anche io possa disporre il mio cuore alla sua venuta. E così anche per tutti noi che viviamo in questo tempo è giunto il momento di lasciarsi toccare da Gesù,di non pensare solo a noi stessi, di farci plasmare dalla novità e dalla verità che Gesù ha portato con la sua nascita. L’avvento ci porta ad una scelta che deve essere fatta con cuore e animo libero,scegliere di non fare la nostra volontà ma la sua,di uscire dal nostro io,scegliere di amare e di essere amati esattamente come siamo,senza preconcetti . Susanna