“In quel tempo, sorse una discussione tra i discepoli: chi di loro poteva esser considerato il più grande. Gesù allora disse: “I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l’ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele”.
I discepoli, pur stando accanto a Gesù in un momento così difficile come quello che sta vivendo, non capiscono. Non sono, infatti, attenti alloro maestro ma a loro stessi, a chi tra loro è il primo, tanto che iniziano una forte discussione. Una discussione ch’è sempre triste, ma che in quel momento diventava una violenza gratuita verso Gesù, non compreso nei suoi pensieri più profondi. L’orgoglio, del resto, è sempre violento perché acceca e non permette di vedere e di commuoversi. Gesù, sempre con grande pazienza, continua ad insegnare ai discepoli la via dell’amore, che è diversa da quella che seguono i potenti della terra, i quali amano governare e spesso opprimere i loro sudditi. Per i discepoli non deve essere così: il più grande deve diventare il più piccolo e chi governa come colui che serve. Gesù ne offre per primo l’esempio: nel quarto Vangelo, con la narrazione della lavanda dei piedi avvenuta durante l’ultima cena, mostra come si esercita il primato tra i discepoli. Il Primato dell’amore non conosce nessun limite, neppure quello della morte.
Leggo il vangelo…chiudo gli occhi e
cerco di abbandonarmi alla Tua “insensata ragionevolezza”. Insensata perché
vedendo come si comporta l’uomo, sappiamo bene che parte dalla prospettiva
opposta…a quella che Tu ci indichi in questo Vangelo.
Penso oggi, in
particolare, ai grandi conflitti, uno tra tutti la guerra infinita tra
israeliani e palestinesi e chiaramente penso a me, a come vivo la mia
quotidianità e alle mie relazioni.
Troviamo insensato lasciare da parte le
ostilità, le nostre rigidità perché abbiamo paura di essere soprafatti dall’
altro…dal nemico. Non abbiamo fiducia in noi e nell’altro. Ci sembra più
“sensato” continuare il conflitto, tenere le distanze. Non abbiamo fiducia nel
farci servi gli uni degli altri.
Gesù invece ci mostra concretamente la via
“ragionevole” la via della pace…
Farsi servi vuol dire saper accogliere l’
altro, colui che ti fa paura, il diverso da te…ascoltare con il cuore è l’unico
modo per poi appassionarsi alla storia dell’altro per riuscire con naturalezza
ad abbassare e assottigliare fino a farlo sparire quel pregiudizio che blocca
qualsiasi capacità di riconoscersi nell’altro. Arrivato a questo… l’altro non
ti fa paura!
Gesù è un Dio meraviglioso e “sensato”. Ci mostra sempre la Via da
percorrere…una via concreta che Lui umanamente ha percorso con la piena
fiducia nel Padre. Noi non possiamo e non dobbiamo dimenticare questo, perché è
quella Via che ci porterà a mangiare e a bere alla sua mensa e ancor prima è
quella Via che, se percorsa da ognuno di noi con “insensata ragionevolezza”,
può portarci da sa subito, oggi, la Sua presenza nel nostro cuore per
risolvere qualsiasi conflitto e vivere concretamente nella pace.
GRAZIE
SIGNORE PER ESSERE IL DIO CHE SEI!
TentonS
1 thought on “Luca 22. 24-30”