“In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: “Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c’è qui. Quelli di Ninive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c’è qui”. In questo brano di Vangelo mi colpisce questo forte contrasto tra le folle che si accalcano e la durezza dell’affermazione di Gesù che chiama questa generazione “maligna-malvagia”. Da una parte una folla che si accalca mi fa pensare ad una folla in delirio, forse anche disposta a fare qualunque cosa nei confronti di chi ha di fronte. Con un segno prodigioso Gesù li avrebbe convertiti tutti senza tanta fatica. Ma non è stato così: ha subito definito questa generazione malvagia perchè pretende un segno, quasi come a lanciare una sfida, ma Gesù non vuole il successo e a Lui non interessa la conversione di massa, pertanto risponde citando Giona ben 4 volte. Ma chi era Giona?…in un commento ho letto : ” il libro di Giona racconta non ciò che è stato, ma ciò che esiste dentro di noi […] Giona è l’immagine anche della nostra vita che va avanti, nonostante le nostre fughe da Dio”. Tutto quello che succede a Giona, come reagisce quando Dio gli parla, rispecchia bene quello che di primo istinto viene da fare quando il Signore chiede cose che cominciano a essere un pò impegnative: fuggire per non compromettersi troppo, come se il Signore non se ne accorgesse… “Giona fugge da Dio e scopre che Dio è ovunque, anche nelle profondità del mare e della sua angoscia”. Nonostante tutto il Signore non abbandona Giona, ha pazienza e rimane sempre con lui. Allora mi viene da pensare a tutte le volte che chhiedo dei segni da Dio ed è evidente che sono quei segni che vorrei vedere io e che mi distolgono lo sguardo da quelli che invece mi dà il Signore e anzi mi allontanano da Lui perchè quest’ostinazione di richiesta di segni crea chiusura e non c’è conversione. Solo Gesù è il segno e Gesù chiede la conversione, che non è una volta per tutte, forse è quel guardare le cose di tutti i giorni con più fiducia, guardarle da un altro punto di vista, con la consapevolezza che Dio ha a cuore la tua vita, nonostante le tue fughe, e la sta conducendo perchè tu sia felice e pienamente realizzato, e forse perchè, per la sua immensa misericordia, si fida di te molto più di quanto tu ti fidi di Lui. questo passo del vangelo ruota intorno alla parola “segno”.Gesù parla alla sua generazione definendola malvagia,perchè gli chiede ancora di più di quello che Lui stesso già non abbia compiuto per essere ritenuto il figlio di Dio.penso che tutto si basi sul fatto di quanto una persona riesce a credere senza vedere.la fede di allora,se vogliamo,era molto più semplice,Gesù ha vissuto in quel tempo,è entrato nella storia dell’uomo ed è stato visto,annunciare,scacciare demoni,risuscitare morti,dare da mangiare alla moltitdine che glielo chiedeva.Questi si che sono stati segni per convertirsi.la domanda a questo punto è come credere oggi?Gesù non lo abbiamo conosciuto,ma ne abbiamo sentito parlare.però io credo che oggi sia molto più difficile perchè credere necessita un atto di fede e abbandono,morire a noi stessi per cercare di vivere con lui.ora si che noi abbiamo bisogno di segni.credere attraverso i segni.ma gesù ancora oggici da modo di sperimentarli.grazie gesù! susanna “Ban più di Giona c’è qui” Gesù inizia subito con un avvertimento,un duro giudizio rivolto alla folla,tanto da definirlo malvagia,poiché cerca un segno per la fede.E’ il rischio di ogni credente che si converte solo tramite diverse manifestazioni,a volte idolatriche,ma Gesù propone una fede diversa incentrata sull’unico segno tangibile:sé stesso.Adesione completa a colui che Dio ha mandato sulla terra attraverso la propria manifestazione. Alla figura di Giona capace di convertire la città di Ninive e a Salomone capace di attirare a sé la regina di Saba contrappone se stesso,unico vero segno per la conversione.E’ una sfida non facile da accettare e compiere,ma decisiva e piena di significato per la nostra vita.Vivere Gesù come unico segno-persona capace di convertire il nostro cuore e sollevare le nostre anime dalla accidia e dalla tristezza. Noi , piccoli e umili discepoli di Gesù cerchiamo sempre dei segni: della sua presenza, della sua potenza, del suo amore per noi. Ma è la Sua Vita il segno, la Sua Parola, il Suo Morire e Risorgere per noi. Un segno è tale quando è donato, non quando è preteso. Ma Lui addirittura si confronta con Giona (“ben più di Giona c’è qui”) per parlarci di noi, per farci capire quanto siamo fragili e quanto Lui, nonostante questo, ci ami e sia pronto a perdonarci, se intraprendiamo il nostro viaggio di conversione. Lui ci sta accanto e se lo ascoltiamo, ci parla e ci indica la strada, ci guida nel nostro cammino di conversione. In Lui non troviamo solo la forza, la saggezza, la grandezza, la giustizia (“ben più di Salomone c’è qui”) ma troviamo il senso di tutto, troviamo noi stessi e troviamo Lui, grazie alla conversione e al nostro affidarsi a Lui. Spesso, noi uomini, bisognosi di miracoli e segni, poniamo delle condizioni a Dio, ma se la fede è obbedire alla volontà di Dio, il contrario della fede è la pretesa che Dio obbedisca a noi. Questo vangelo mi esorta a non fossilizzarmi sul mio chiedere ma ad accogliere ciò che per dono mi è dato di ricevere.Il primo segno da ricevere di cui ci parla il Vangelo attraverso la figura di Giona è la Parola. Il segno di Giona è la predicazione e la Parola è il primo grande dono, quell’ambito di libertà in cui Dio si propone. Il secondo segno di cui ci parla il vangelo è la presenza del Dio vivo, di Gesù Cristo in mezzo a noi per la nostra salvezza:la Sua presenza la Sua persona il Suo volto sono l’unico vero segno che se accolto, ogni momento della nostra vita allora diventa segno perchè in comunione, in stretta relazione d’amore con la persona di Gesù. Maru I segni vanno chiesti, non richiesti; vanno presi, non pretesi; contemplati, non violati. Soprattutto Gesù ci chiede un atteggiamento di fondo per comprendere i segni: la nostra conversione. Il segno c’è già, è Lui. Ma i nostri occhi sono incapaci di riconoscerlo. Per questo è una generazione malvagia. Perchè la Luce è oscurata dal peccato e non ci permette di vedere. Allora prima dobbiamo convertirci, così come ha fatto Ninive e solo allora potremo vedere i segni che già ci sono. Ecco io faccio una cosa nuova: non ve ne accorgete? don Franco