“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.
In questa parte del vangelo si parla dell’amore verso i propri nemici, un amore che richiede un forte atto di volontà, uhn atto che solo i Cristiahni sono in grado di compiere. Amare i propri nemici è in realtà un’espressione di carità, che sgorga direttamente dall’amore di Dio, misericordia che è essenza di Dio, rivelando così la Sua unicità e specificità, ciò che il Lui è totalmente diverso da noi.
“Diventate misericordiosi siccome il padre Vostro è misericordioso”, diventate come Dio è con Voi, che perdona il giusto e l’ingiusto. La Sua misericordia, la Sua vita ci insegnano come sacrificare il giudizio, il desiderio di vendetta e di condanna, cercando di essere compassionevoli con il prossimo.
“Siate misericordiosi” ci viene insegnato e “perdonate” ; se infatti l’amore si esprime con il dono, la misericordia si esprime con il “super dono” che giunge come in aiuto, “dove abbonda il peaccato, sovrabbondi la grazia!”. Dunque ci viene parlato di un amore verso il prossimo, e forse più in particolare, di un amore ancor più difficile verso i nostri nemici; ci dice infatti che “Amare i nostri nemici è Amare il Mondo” .
“Perdonate e vi sarà perdonato”, “Date e vi sarà dato”, ci dice di compiere queste buone opere perchè hanno oltremodo il potere di “purificare il nostro cuore”, una purificazione che ci rende così capaci di scorgere l’immutabile sostanza di Dio; come trovarsi davanti all’ostacolo, che deve essere eliminato affinchè il nostro sguardo si sgombri, e possa entrare la Luce.
Dio ci mostra la Sua misericordia dapprima proprio nel Nostro peccato, servendosene per dare sfohgo alla grandezza del Suo amore e rivelarlo a noi senza equivoc, senza sentrilo come un Padre che ci giudica o che ci condanna. Dio perdona i hnostri peccati, non ci giudica e non emehtte sentenza, e dei nostri peccati non ha memoria, se ne dimentica e ci perdona. Non è un Dio severo e giudice, come spesso si immagine un entità divina, è attarverso la Croce che ci ha liberati da questa immagine; la Croce infatti fu l’ultimo segno a rivelazione della Sua misericordia, del Suo perdono e della Sua magnificenza . E’ così che hha mostrato il Suo potere, ciò che infatti non ha compiuto con lapotenza della mano libera di agire, Dio lo ha compiuto con l’impotenza della Sua mano inchiodata alla Crioce!
E’ strano come da una prima lettura si rimanga colpiti da questi grandi imperativi quali: “Non giudicate” “Non Condannate” “Perdonate”! Forte è il richiamo alla vita e relazioni di tutti i giorni, in cui più facile del dovuto è trovarsi a innalzare sul patibolo qualche nostro fratello, accusandolo o semplicemente dicendone male.
Forte è il sentimento di credere anche, non ci appartengano queste situazioni, e invece il peccato è purtroppo nei nostri gesti all’altro, quando nemmeno ce ne accorgiamo .
Crediamo di essere buoni e giusti perchè abbiamo risposto con gioia ad un buon gesto fattoci, perchè abbiamo dispensato parole buone a chi lo ha fatto prima con noi! E ci dimentichiamo di quando non facciamo il contrario, ossai quando non accogliamo chi è più difficle accogliere.
Ad una lettura più immediata è questo che suscita una riflessione ..andando ancora più in profondità, mi rendo conto che non si può che ricondurre tutto alla misericordia di Dio.
Misericordia di cui non siamo capaci per nulla, ma a cui dobbiamo tendere, in cui dobbiamo imitarLo; la Sua misericordia per noi deve trasformarsi in perdono per il prossimo, e proprio per quel prossimo che ci riesce così difficle accettare e perdonare.
E’ questo che imprimo forte nel mio cuore, queste parole, questo intenti per poter crescere nel dialogo con gli altri e attracverso cui scoprire un dialogo più profondo con Dio!
“una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo”. Nel grembo, perchè il perdono di Dio è fisico, concreto, donato pienamente e riversato nelle mie viscere. Sento il desiderio di questo contatto fisico, di un Dio che mi ama, mi tocca, mi prende per mano e mi conduce. Siamo capaci di perdonare solo se accogliamo in noi come dono il perdono di Dio. E’ ancora il grembo che mi riporta in questo giorno dedicato alla femminilità la bellezza della materna fecondità. sono chiamata ad essere feconda di bene, a metter in circolo il bene che sento Dio ha instillato in me. Il bene crea vita e crea altro bene… “una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo”