In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
C’è un gruppo di persone che ascolta Gesù, e un gruppo che mormora contro Gesù. Gesù con un gruppo, tutti i pubblicani e i peccatori, siede a tavola, condivide il pasto, condivide la vita; per l’altro, i farisei e gli scribi, Gesù racconta una parabola, anzi due: per gli uomini e per le donne; per chi si ritiene “giusto”, a posto, salvo!
E a loro dice: “non c’è uomo che non si preoccupa per ciò che ha perso…” Chi di noi non ha sperimentato di essere legato, affezionato ad una cosa, ad una situazione, ad una persona, dopo averla persa?
“…non c’è uomo che non gioirebbe per ciò che ha ritrovato!” E se avviene così per noi, quanta gioia possono avere nel Regno dei Cieli, il Padre, gli angeli, i santi, alla notizia che un altro figlio degli uomini, un peccatore, è stato ritrovato, si è lasciato prendere in spalle dall’Amore che lo cercava, si è convertito!
Ma se uno “è già giusto”… non troverà mai quella mano pronta ad afferrarlo…
Daniele