Punto Giovane – 15.10.08
Caro Don Franco,
Cari Responsabili del Punto-Giovane,
vi scrivo al termine di una giornata particolarmente intensa, quale è stata la festa del nostro patrono s. Gaudenzo, e a ridosso della nostra Assemblea Diocesana di domenica scorsa. Ci tengo a datare la presente con questi riferimenti cronologici perché nell’una e nell’altra occasione ho avuto modo di parlare della cosiddetta “emergenza educativa” e di quanto la nostra Diocesi sta cercando – e ha in progetto di – fare per dare un contributo alla questione-giovani.
Domani riprende a pieno ritmo l’attività del Punto-Giovane di Riccione. Non è e non vuole essere una riedizione fotocopiata di una esperienza passata. Tutti la sentiamo e la vogliamo come un vero secondo inizio: l’esatta coincidenza del decimo anniversario dell’apertura del Punto-Giovane lo dice con una evidenza che non ha bisogno di ulteriori esplicitazioni.
In questa lettera vorrei richiamare l’intuizione di fondo che ha avviato il vostro cammino, con alcune indicazioni per il tratto di strada che vi si apre davanti.
Dopo essermi messo in ascolto sincero e attento dei vostri racconti e di quanto il mio Predecessore vi aveva via via raccomandato, mi sembra di poter esprimere così il cuore del Punto-Giovane: la vostra vuole essere una proposta di fede a giovani che desiderano cercare o ritrovare il senso della vita.
Alla base di questa “ispirazione” ci sono due intuizioni che formulo brevemente così. La prima, che la vita cristiana non è un argomento, ma una esperienza, appunto una vita. Essa quindi suppone il desiderio sincero di cercare la Verità e di farla diventare il centro della propria esistenza. Noi sappiamo che questa Verità non è una idea né una formula: è una Persona che ha il volto e il nome di Gesù benedetto. Voi dunque volete che nel cuore di ogni giovane si accenda o riaccenda la domanda che Gesù pone ad ognuno che desidera incontrarlo: “che cerchi? chi cerchi?”. Questo è il sogno più ambizioso che vi portate nel cuore: che ogni cercatore di Dio possa sentire l’invito convincente e accattivante del Figlio di Dio: “vieni e vedi!”.
L’altra intuizione è questa: quando la proposta della fede viene fatta da giovani credenti, i loro coetanei la percepiscono con il più alto grado di attendibilità e di efficacia persuasiva. Non era questa l’intuizione di don Bosco e dei grandi educatori dei giovani?
Concretamente voi vi impegnate ad offrire ai giovani che desiderano scoprire o riscoprire la fede, la possibilità di una convivenza guidata da educatori giovani, maturi nella fede e capaci di comunicare la gioia di vivere nella Chiesa per fare di Cristo il cuore del mondo. Questo richiede che, affianco al presbitero – primo responsabile del Punto-Giovane – ci siano giovani-adulti e adulti-giovani che abbiano rinnovato esplicitamente la loro scelta di fede, che siano impegnati in un intenso cammino di testimonianza cristiana, che vivano con disponibilità ed entusiasmo la loro appartenenza alla comunità ecclesiale, che abbiano avuto una solida formazione umana e spirituale, che siano animati dalla passione per il Vangelo e siano capaci di comunicare con tutti i giovani, specialmente quelli che la parrocchia non riesce ad intercettare.
Carissimi,
dieci anni fa apriva le porte il vostro, il nostro Punto-Giovane. Quanti giovani vi hanno trovato la risposta alle loro domande di vita e di senso! Quanti vi hanno scoperto la loro vocazione a formare delle famiglie cristiane, ad impegnarsi in parrocchia per servire altri giovani! Qualcuno vi ha scoperto anche la chiamata a seguire il Signore nella vita consacrata, nel diaconato permanente, nel presbiterato. Non possiamo che rallegrarci di tanti doni!
Allo stesso tempo non dobbiamo temere di apportare degli efficaci correttivi perché il Punto-Giovane possa mantenere fresca e limpida la sorgente della sua vitalità. Questo è il vostro desiderio. Questo è il desiderio del Vescovo. Ed è anche il desiderio dei Parroci che intendono valorizzare la vostra struttura, con una offerta formativa sempre più fedele alla pedagogia della fede e sempre più invitante per il maggior numero possibile di giovani.
In concreto chiedo a don Franco di fare da anello di collegamento con il Vescovo e con i Parroci sostenitori del Punto-Giovane. Chiedo a tutti i Responsabili di coltivare senza sconti la loro vita spirituale ed ecclesiale, senza mai porsi in alternativa con le parrocchie di appartenenza o con le associazioni e i movimenti che si dedicano alla formazione cristiana dei giovani.
Quanto prima consegnerò uno statuto ad experimentum che indichi in modo preciso quanto il Vescovo ritiene indispensabile, utile e opportuno perché il Punto-Giovane resti fedele all’ispirazione originaria e svolga il suo servizio a tanti giovani, sempre in piena comunione ecclesiale, senza mai porsi in alternativa o in tensione dialettica con le comunità parrocchiali ad esso afferenti.
Raccomando pure di agire in sintonia e in efficace sinergia con il Servizio diocesano di pastorale giovanile.
In conclusione, auguro che il Punto-Giovane sia una piccola “famiglia cristiana” dove resti sempre acceso il fuoco della fede e della carità fraterna, a cominciare dai Responsabili. Che sia un vero “monastero laicale” dove si impari a credere, a pregare e a vivere. Che sia un bel “campo-scuola” dove non cali mai la passione per la ricerca e la gioia per la scoperta della bellezza del Volto del Signore.
Perché questi auguri si realizzino in pienezza, vi assicuro la mia preghiera, la più cordiale vicinanza, la più sincera simpatia e il sostegno più convinto ed efficace.
Vi abbraccio e vi benedico di tutto cuore