“In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. C’era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano inaridita: “Mettiti nel mezzo!”. Poi domandò loro: “È lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell’uomo: “Stendi la mano!”. La stese e la sua mano fu risanata. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.” L’evangelista Marco descrive oggi, con il suo stile scarno ed essenziale, una delle guarigioni miracolose operate da Gesù durante la sua vita “pubblica”. Come in molti passi del Vangelo, però, anche questo presenta diversi “piani di lettura”, alcuni dei qual vanno ben oltre lo stupore per la guarigione straordinaria dell’uomo dalla mano inaridita. Naturalmente la riflessione più immediata è suggerita dallo scenario in cui si svolge la vicenda, che sembra essere costruito “ad arte” dai farisei per tendere una trappola a Gesù. La scena si svolge, infatti, in una sinagoga nel giorno di sabato (giorno sacro di riposo per gli ebrei, nel quale erano proibiti tutti i lavori, a parte quelli strettamente necessari) con un uomo dalla mano inaridita, forse portato lì proprio dai farisei e dagli erodiani che cercavano una motivazione (o per meglio dire un pretesto) per accusare Gesù. Il Signore, dal canto suo, appare quasi infastidito. Lo si può intuire dai modi molto netti, quasi burberi con cui si rivolge ai presenti, anche allo stesso malato, che invita a “mettersi nel mezzo” con fare perentorio e deciso. Ma poi la sua indignazione (mista a tristezza) è tutta rivolta ai suoi accusatori con la frase “E’ lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?” attraverso la quale smaschera ogni loro ipocrisia. Infatti Gesù è venuto per “dare compimento alla legge”, sostituendo la legge dell’Antico Testamento con il “comandamento dell’amore” che insieme la riassume e la supera. Credo che l’insofferenza di Gesù sia tutta per quella categoria di persone che, come i farisei del suo tempo, pur sapendo distinguere ciò che è bene da ciò che è male, pur riconoscendo nel proprio intimo la santità di una persona, si rifiutano volontariamente di dare una svolta netta alla propria vita operando una conversione profonda del cuore. Al contrario, cercano di “zittire” la voce di quella persona che mette a rischio le proprie posizioni o convinzioni, ma d’altronde, come diceva Don Benzi, “chi è abituato alla vecchia vita non vuole rinunciare ai privilegi e al soffocamento della verità con l’ingiustizia”. Per concludere, la domanda che mi ha suscitato questo brano di Vangelo è anche questa: “Come mai, a differenza di altre situazioni, l’atteggiamento duro di Gesù è rivolto anche alla persona malata?”. Forse perché era “in combutta” con i farisei? Forse perché il suo “stare da parte” a livello fisico era anche uno “stare da parte” anche nei confronti di Dio? Come continua la vita di quell’uomo risanato? Questo l’evangelista Marco non ce lo rivela, ma quello che è importante è che Gesù guarisce quell’uomo, il quale, credo, a differenza dei farisei, avendo vissuto in prima persona la potenza del Cristo, vedrà la sua vita rinnovata sia in senso fisico sia in senso spirituale, diventando probabilmente un testimone del Figlio di Dio. nel vangelo di Marco viene espresso il concetto di far del bene o salvare la vita di una persona…per fare del bene a qualcuno basta saperlo ascoltare…sapergli regalare un sorriso…fargli capire che gli sei vicino…ridargli la speranza di un futuro migliore…o con qualsiasi mezzo che possa ridonargli la gioia di vivere… vale…catia…mattia…sara… E’ lecito nel giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla”….ma essi tacevano anche nel vangelo di oggi Gesù ci offre un grande possibilità quella appunto di liberarci dai nostri inganni , dalle nostre abitudini, dalle nostre convinzioni, mettendoci così nella condizione di fare sempre il bene comunque spronandoci a non risparmiarci nella vita, ne a risparmiare l’amore per l’altro. Insomma non esiste un giorno in cui non si possa fare il bene!!! In questo vangelo Gesù guarisce in giorno di sabato la mano inaridita di un uomo; Vi chiedo scusa del ritardo, ma questa settimana è stata per me monlto piena e non mi sono fermata un attimo, così visto che oggi e sabato, e sono a casa ho pensato di rimediare e di scrivere il mio commento di mercoledì.In quento vangelo Gesù guarisce in giorno di sabato la mano inaridita di un uomo; la parola che mi ha colpito di questo vangelo sono le due richieste di Gesù all’uomo: “mettiti nel mezzo” e “stendi la mano”. Queste richieste il Signore le fa oggi anche a noi, ci chiede di metterci nel mezzo della nostra vit, di mostrarci a tutti per come siamo,con i nostri doni, e stendere verso di lui la nostra mano inaridita…stendere il nostro peccato il nostro limite per renderlo visivo a noi e amarlo, cosi che il Signore possa guarirci anche in giorno di sabato. Vi chedo una preghiera speciale per due persone a me care che sono in ospedale perchè il Signore le custodisca e possano presto tornare a casa. Un abbraccio a tutti Simona Siamo nel capitolo terzo di Marco, dunque nella prima parte del suo Vangelo (cap 1-8), in cui Gesù non si è ancora rivelato, lascia infatti che siano le opere a parlare per Lui: e qui lo fa di “prepotenza”.. E’ un Vangelo bellissimo, in cui le cose che mi colpiscono sono davvero tante, ma tre in particolare: 1) “lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato”; una frase che mi lascia allibito perchè i farisei aspettavano che Gesù guarisse l’uomo, sapendo che l’avrebbe fatto (!!!), ma in questo non sanno cogliere la guarigione, evento miracoloso che solo un “uomo di Dio” avrebbe potuto fare, si preoccupano invece del fatto che ciò avviene di sabato.. allucinante! Questo mi porta a giudicare non poco i farisei, ma subito penso alle volte in cui anch’io “scavalco” Gesù preoccupandomi della superficie.. 2) “Mettiti in mezzo!”; Gesù ci insegna a porre nel mezzo, cioè al centro della nostra vita l’altro, unico vero modo per poter uscire da noi stessi, dalle nostre “leggi” che sanno solo alimentare il nostro egoismo. Allora non cede al loro gioco diabolico e “bloccante”, ma fa giustizia: lo risana. 3) Il contrasto <>; alla mano “inaridita” dell’uomo, cioè bloccata, statica, incapace di fare, si contrappone il cuore “duro” dei farisei, anch’esso bloccato, perchè incapace di amare. Una cosa “arida”, in questo caso la mano, è una cosa priva di acqua, e un cuore “duro”, secco, è un cuore che non pulsa, quasi “senza sangue”.. Dal costato di Gesù crocifisso però, dopo il colpo di lancia del soldato, escono “acqua” e “sangue”, capaci di lavare tutti i nostri peccati, anche quelli dei farisei.. Magro