Il mondo giovanile di oggi ha un grande bisogno di sacro: si tratta al massimo di verificarlo e di stabilirne la dimensione. Una piccola distinzione tra sacro e religioso. Il sacro, diceva un grande antropologo – Rudolf Otto, che ha scritto nel 1927 un bellissimo saggio in materia – è una caratteristica di ciascun uomo. La definiva anzi una categoria della mente (in riferimento alle categorie di Kant, cioè ad una specie di forma a priori che ci permette di percepire); come c’è una categoria per la razionalità, così c’è anche la categoria per il numinosum, che riguarda tutto ciò che è misterioso, che ha un effetto di attrazione ed anche di paura. Il religioso è la risposta al bisogno di sacro. La religione cristiana dà delle risposte a tutta questa percezione fascinosa, del mistero; dice esattamente qual è la risposta da dare a quel bisogno. Naturalmente osserviamo che questa risposta è diversa, a seconda delle religioni. C’è una grande voglia di sacro nel mondo giovanile.
Qui non c’è il tempo per farlo, ma sono sicuro che molti di voi avranno notato che diversi comportamenti del mondo giovanile hanno la caratteristica della sacralità, persino comportamenti che socialmente non possiamo accettare. Mi riferisco per esempio alla “liturgia” della discoteca, alla “liturgia” dell’uso delle sostanze stupefacenti (almeno di alcune). Potete interpretare e leggere tutto questo come un grande bisogno di sacro privo di adeguata risposta. Se una persona usa sostanze stupefacenti non va messa in galera; bisogna piuttosto interrogarsi come mai quel suo bisogno di sacro non sia stato soddisfatto dalla riposta che c’è, ma che non è arrivata. In quel caso si va a sostituire la risposta religiosa, con qualcosa che è puramente empirico, legato non all’insegnamento di un’istituzione, ma al seguire un gruppo. Pensate che molti ragazzi imitano ciò che fa un gruppo per dare risposta al bisogno di sacro, mentre in quello stesso ambito culturale e sociale ci sarebbero delle grandi idealità e c’è una grande religione. Credo che dovremmo – e dovreste – sentirci tutti in colpa (sono convinto che questa società habisogno un po’ di senso di colpa, perché l’abbiamo perduto): quando vedo questi ragazzi che si comportano in quel modo, penso che potrebbero aver avuto risposte diverse; magari le potrebbero avere ancora, invece li mandano in galera. C’è veramente da pensare di essere arrivati in una di quelle civiltà che stanno per scomparire, perché fatta di imbecilli. C’è un grande bisogno di sacro: questo è il grande momento delle religioni. Bisogna solo trovare una maniera adeguata di proporre il linguaggio di Cristo, una figura straordinaria che appartiene a tutti, sia che uno lo veda come uomo, che lo veda come Dio. Gli adolescenti aspettano solo che venga loro proposta quella straordinaria figura umana. Essi infatti cercano qualcuno da seguire e da imitare: facciamo loro scoprire una cultura, degli ideali, delle immagini, degli esempi… Voi aveteun compito: avete dei ragazzi che hanno un bisogno enorme, perché hanno una grande percezione del sacro. Avete una grande missione: dare a questi ragazzi, al loro grande bisogno di sacro, la risposta religiosa. Perché la religione è la risposta.
(Vittorino Andreoli)